GIUBILEO 2025

VARCHIAMO LA PORTA DELLA SPERANZA

«Diventiamo visibilmente popolo del giubilo e del canto,

il popolo pieno di una gioia che trasborda e non si arrende»

 

“Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti…ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia, non farete né semina, né mietitura…Poiché è un giubileo sarà per voi santo” Lv 25, 10-12. Nel libro del Levitico il Giubileo è una solennità del Signore, un’istituzione religiosa di grande portata morale, spirituale e sociale. A livello sociale veniva condonato ogni debito e gli schiavi liberati. Con il tempo i profeti ne parleranno come un anno di grazia. Venivano riparate tutte le ingiustizie commesse e si instaurava una nuova convivenza sociale basata sull’uguaglianza. Si ricordavano inoltre le meraviglie del Signore nella vita del popolo e si tornava a Lui con nuovo slancio e purezza di cuore, tenendo presente il bene del fratello. Legato al giubilo e alla gioia, l’anima esultava per  il perdono e la grazia divina ricevuti. Ma per i nostri tempi che significato riveste un anno giubilare? Con la bolla Spes non confundit il Papa ha indetto il giubileo 2025 e il 24 dicembre si aprirà la porta di San Pietro. è vicino!  Facciamo un esame di coscienza, volgendoci indietro con un atto di coraggio e lealtà e recuperiamo il significato sociale che la Bibbia pone in risalto. “Se il tuo fratello che è presso di te cade in miseria ed è privo di mezzi, aiutalo, come un forestiero e inquilino, perché possa vivere presso di te” Lv 25, 35. Riprendiamo la dottrina sociale della Chiesa per far crescere l’impegno per la giustizia e per la pace in un mondo lacerato dalle disuguaglianze sociali, economiche e dalle guerre. In bilancio c’è la nostra conversione di vita a Cristo senza la quale è utopia sperare in un mondo migliore. “Siamo pronti a varcare la soglia della speranza”? Solo chi si lascerà alle spalle rancori, divisioni, superbie, idolatrie, egoismo, per vivere una vita autenticamente cristiana ed evangelicamente vissuta, potrà entrare nel Giubileo contagiando tutti della propria gioia che viene da Gesù e illuminare così le genti di una nuova luce che viene da Cristo. Il tempo si è fatto breve! E’ ora di vivere definitivamente nella signoria di Cristo, in Lui e per Lui. Spalanchiamo le porte del cuore e vedremo nuovi orizzonti di luce dinanzi a noi! Se senza riserve e infedeltà vivremo una vita autenticamente inebriata da Dio, riceveremo la grazia necessaria per offrire una nuova fedeltà a Gesù Signore, alla Sua Parola, al Suo Corpo, la chiesa. Non solo eventi celebrativi allora ma eventi intimi ed interiori. Non tradizioni e devozioni, ma offerta di sé e di riconciliazione con se stessi e con tutti. Gesù viene a riparare e ricucire ogni ferita! Possiamo saldarlo il nostro “debito”!. C’è speranza per tutti. E chi si attarda non manchi in ginocchio di fare la sua professione di fede: “Vieni Signore Gesù. Fa di me ciò che Tu vuoi.” C’è speranza a rilanciare l’annuncio di salvezza per il mondo, una grazia che può circolare ancora. E si riparte dal Kerigma perché Gesù è il nostro futuro. Egli è la nostra pace, è la risposta di Dio alla sete incolmabile dell’uomo perché chi ha Cristo costruisce e viene sorretto dalla speranza che non delude. Il nuovo impegno allora sarà portare chiunque a Gesù testimoniando la Bellezza della vita, la Bellezza dell’Eucarestia, dell’essere pane spezzato per tutti. Non risparmiamoci. Diventiamo provvidenza per chi è solo, stanco, impaurito e lontano da Dio. Facciamoci servi. Diventiamo visibilmente popolo del giubilo e del canto, il popolo pieno di una gioia che trasborda e non si arrende… Varchiamo la porta della vera speranza e sarà davvero Giubileo!

Carmela Venditti