Giada ha 33 anni e vive in un piccolo paese ai piedi del Matese. La sua storia è una testimonianza di forza, fede e speranza, un messaggio per chi, come lei, ha affrontato la battaglia contro un brutto male.
Aveva solo 24 anni quando, dopo settimane di tosse persistente, decise di consultare il suo medico; la diagnosi arrivò il 7 luglio: un linfoma non-Hodgkin nel mediastino, tra cuore e polmoni. In quel momento, la sua vita cambiò per sempre. Smarrimento, paura, mille domande affollarono la sua mente; accanto a lei c’era la sua famiglia e soprattutto Mario, attuale marito, il suo sostegno più grande.
Iniziò un lungo anno di cure e momenti difficili. Entrò nel reparto di Oncologia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, un luogo che per lei divenne una seconda casa, un rifugio di amore e rispetto; medici e infermieri non erano solo professionisti, ma angeli custodi che la accompagnarono nel suo percorso fatto di sfide, sofferenze e piccole vittorie. Giada vide il suo corpo cambiare, perse i capelli, ma mai la sua dignità e la sua voglia di vivere; trovò nella fede la forza di andare avanti, affidandosi a Dio e alla speranza di un domani migliore.
Nonostante la paura e le incertezze, Giada non smise mai di sorridere; durante le sedute di chemioterapia trasformava ogni momento in un’occasione per ridere, per scherzare con chi, come lei, lottava contro la malattia: la sua positività fu un’arma potente.
Oggi, dopo nove anni, Giada è una donna nuova. Ha sconfitto il tumore, ma soprattutto ha imparato ad amare la vita in ogni suo attimo; non è più la ragazza di 24 anni che si chiedeva «perché proprio a me?», ma una donna consapevole del dono ricevuto.
Il miracolo più grande è arrivato con Benedetta, sua figlia. Dopo le cure, aveva temuto di non poter diventare madre, ma Dio le ha donato la gioia di una nuova vita da custodire; il nome Benedetta, infatti, è stato scelto perché la loro bambina è il dono più grande ricevuto dalla vita, una benedizione inaspettata dopo il buio della malattia, un segno di speranza e amore che Dio ha donato.
Oggi il suo messaggio è chiaro: “la malattia può toglierci molto, ma non può spegnere la fede, la speranza e l’amore”. A chi sta combattendo la stessa battaglia, Giada dice: “non abbiate paura, affidatevi a Dio, stringetevi ai vostri cari e non smettete mai di sorridere. Anche le cicatrici, i segni della lotta, sono simboli di forza e rinascita”.
Non sempre si perde, si può anche vincere; se il destino prende un’altra direzione, la fede ci insegna ad accoglierlo con forza e dignità. Perché la vita, comunque vada, merita di essere vissuta con amore e speranza.
Giada nella sua quotidianità guarda al futuro con rinnovata speranza, consapevole che ogni giorno è un dono; la malattia le ha insegnato a cogliere il valore delle piccole cose, a non dare nulla per scontato e a vivere con gratitudine ogni momento. Il legame con Mario è stato consacrato con il matrimonio; la nascita di Benedetta ha rappresentato per loro un nuovo inizio, una luce dopo il buio della malattia.
Oggi Giada continua a portare la sua testimonianza affinché chi si trova ad affrontare il dolore non si senta solo; la sua storia è un invito a non arrendersi, a credere nella forza della vita e nell’amore che ci circonda. Il tumore non è riuscito a spegnere il suo spirito, anzi, l’ha resa più forte, più consapevole e più vicina a Dio; la sua battaglia si è trasformata in un cammino di rinascita, un percorso di crescita interiore che oggi vuole condividere con chiunque abbia bisogno di coraggio e di speranza.
Valentina Capra