Domenica 9 febbraio 2025, i Catechisti della nostra Diocesi, dopo uno “stop” iniziato con l’epidemia di Covid e durato troppo a lungo, si sono finalmente incontrati “in presenza” presso il Centro Pastorale Parrocchiale della Mater Ecclesiae per un incontro di formazione dal titolo suggestivo e accattivante: “Un anno di grazia del Signore. Spunti di riflessione sul Giubileo biblico”.
Alla presenza di Sua Eccellenza Monsignor Biagio Colaianni, che ha introdotto l’incontro dichiarandosi soddisfatto di poter finalmente, per la prima volta, incontrare insieme tutti i catechisti della diocesi, il relatore, don Michele Tartaglia, ha dato il via al suo intervento.
Dopo un breve excursus storico per ricordare a tutti cosa fosse il giubileo biblico, in cosa quello cristiano si distingue, come si è originato l’anno giubilare e come questo momento di grazia è stato vissuto dai fedeli dal Medioevo ai giorni nostri, il relatore ha posto con forza l’accento sulla differenza nel modo di sentire e di vivere il giubileo dopo il Concilio Vaticano II.
Infatti, dopo il Concilio, la sensibilità dei fedeli verso l’anno giubilare è cambiata. Ha detto don Michele: «Il fedele medievale, vivendo in un contesto di precarietà economica, sociale e di vita (basti pensare alle malattie, alle continue carestie, alle invasioni, alle guerre), precarietà che inevitabilmente si rifletteva anche sulla sua dimensione religiosa, cercava nel giubileo la sicurezza della sua personale salvezza. Compiere il viaggio-pellegrinaggio a Roma, espletare tutte le pratiche per lucrare l’indulgenza dei propri peccati veniva con zelo assolto dal fedele pur di ‘salvarsi l’anima’!»
Il Concilio ha sconvolto e rivoluzionato questo modo di pensare al giubileo, sottolineando che, per salvarsi, non sono importanti le pratiche da compiere, ma è fondamentale la conversione personale, il rinnovamento interiore per aprire di nuovo l’animo a Dio “permettendoGli di permearci di sé.”
A questo proposito si comprende perché gli ultimi anni giubilari abbiano tutti presentato un tema, un indirizzo. Quest’anno il tema fondamentale è la Speranza, ma abbiamo avuto anche il Giubileo della Misericordia, il Giubileo di riflessione sulla SS. Trinità, ecc.
L’incontro è stato incredibilmente partecipato, a ulteriore dimostrazione del desiderio di formazione che spesso esprimono i nostri catechisti, unito al desiderio di ritrovarsi insieme per riflettere e pregare.
A tale proposito, non bisogna dimenticare di sottolineare che la preghiera, sia in apertura dell’incontro che in chiusura della giornata, ma anche durante la Santa Messa concelebrata da Sua Eccellenza il vescovo insieme ad alcuni sacerdoti presenti, è stata arricchita dalla partecipazione del gruppo musicale “Voi siete di Dio” di Gambatesa. Il canto delle giovani coriste, accompagnate mirabilmente dai vari strumentisti, ha permesso a tutti di godere di un piccolo angolo di Paradiso.
I commenti finali e i volti sorridenti dei presenti hanno mostrato come l’incontro abbia lasciato tutti soddisfatti e desiderosi di ripetere l’esperienza a breve.
Emilia Di Biase, direttrice dell’Ufficio Catechistico, ha concluso la serata ricordando che l’esperienza formativa prevede un secondo incontro, che si terrà molto probabilmente nel mese di aprile, il cui tema molto sentito sarà la disabilità. Inoltre, ha preannunciato l’impegno del Giubileo dei Catechisti che si terrà in Diocesi a Castel Petroso, secondo il calendario giubilare, il 26 e 27 settembre. «Siamo tutti chiamati a vivere insieme l’evento in diocesi», ha detto Emilia, «pur rimanendo liberi di raggiungere Roma per tutte e tre le giornate previste o solo in concomitanza con la Santa Messa finale con il papa il 28 settembre.»
La serata si è conclusa gioiosamente con la benedizione del nostro Arcivescovo, con un affettuoso arrivederci e con lo slogan promosso da don Michele: «Vivere il Giubileo vuol dire:
– aprire il cuore ai poveri
– liberare i prigionieri
– ridare la vista ai ciechi
– liberare gli oppressi».
LA TESTIMONIANZA
In questo momento di Grazia che è l’Anno Giubilare, ringrazio lo staff di formazione dei catechisti che ci apre il cuore alla formazione e alla conoscenza della Sacra Scrittura e un grande riconoscimento all’Arcivescovo mons. Biagio Colaianni per la sua trasparenza nel dirci le cose e per essere diretto verso noi catechisti per migliorarci, proiettandoci ad essere formatori, per acquisire padronanza nel trasmettere la parola di Dio con valori autentici di vita cristiana.
Agata Salanitro